Trachemys Scripta, è scaduto il termine ultimo per poter denunciare il possesso della tartaruga americana

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Tartaruga Trachemys Scripta

Già da un po’ di tempo la tartaruga americana Trachemys Scripta è scomparsa dai negozi di animali, poiché una legge Europea ne ha vietato l’importazione, la riproduzione, nonché la vendita della stessa.

Tale provvedimento è stato preso per la salvaguardia delle specie autoctone Emys orbicularis ed Emys trinacris presenti sul nostro territorio e in grave pericolo di estinzione. La Trachemys Scripta, infatti, è una specie con grande capacità di adattamento, e dal carattere più territoriale rispetto alle tartarughe del genere Emys, la quale soccombe alla presenza della prima.

Ma come si è insediata nel territorio Europeo la tartaruga Trachemys Scripta? La causa è sempre la stessa: la specie negli ultimi anni è stata acquistata quasi come moda, invadendo quindi le nostre case molto rapidamente. Il problema è che si tratta di una specie che cresce fino a 30cm di lunghezza, e che necessita di acquari anche di 200l, oppure di laghetti profondi di almeno un metro per far affrontare loro il letargo in completa sicurezza. Pochi, davanti a questa simpatica tartaruga dalle orecchie gialle o rosse, si aspettavano di dover affrontare tutto questo e di dover fornire loro lampade idonee a raggi ultravioletti oppure di dover posizionare il laghetto in una zona costantemente esposta al sole, ritrovandosi quindi ad affrontare una gestione troppo costosa per chi non era un vero amante della specie. Molte Trachemys sono quindi state liberate con troppa leggerezza in cave, nei parchi, nelle fontane delle città, e in alcuni casi addirittura nei fiumi con la conseguenza di danni irreparabili.

Il provvedimento dell’Unione Europea al “problema Trachemys”.

Il 14 febbraio 2018 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 230 che inseriva la Trachemys Scripta nella lista di specie esotiche invasive, obbligando i padroni di questa tartaruga a dichiararne il possesso al ministero tramite Pec o raccomandata. La prima scadenza era fissata per il 13 agosto 2018, ma il Decreto Milleproroghe ne ha esteso il termine ultimo per l’invio della documentazione fino allo scorso 31 agosto. Il corpo forestale è già attivo da un anno nel recupero degli animali liberati in natura, nonché nella registrazione delle specie detenute nelle abitazioni. Non sono ancora state fatte dichiarazioni sul numero di esemplari posseduti dai privati, ma una cosa è certa, chi non ha dichiarato il possesso della sopracitata tartaruga entro la scadenza, e le libera in natura, rischia seri provvedimenti penali nonché pesanti sanzioni.