Esostosi multiple: cause e terapia

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Esostosi

Nuova rubrica su Postlink, a cura del dottore Sebastiano Bianca e della dottoressa Chiara Barone, specialisti in Genetica Medica che svolgono la professione nelle sedi BGenetica di Catania, Siracusa e Gela. Saranno tanti gli argomenti che saranno trattati con lo scopo di aiutare i lettori a chiarire molti dubbi sul mondo della Genetica.

Le esostosi multiple, definite anche osteocondromi multipli, sono tumefazioni ossee che si localizzano più frequentemente a livello delle metafisi delle ossa lunghe. Sono caratterizzate dallo sviluppo di due o più escrescenze ossee ricoperte da cartilagine (osteocondroma) che possono presentarsi in tutte le ossa lunghe (quali ad esempio l’omero, il femore e la tibia) ma anche nell’ileo, nella scapola e, più raramente, nelle vertebre. Difficilmente si manifesta una localizzazione a carico delle ossa della mano e del piede.

Il numero di esostosi riscontrate in un individuo è variabile e può essere differente anche tra soggetti della stessa famiglia (espressività variabile) ma generalmente non si riscontrano oltre venti esostosi. La prevalenza di tale patologia genetica è stimata in circa 1: 50.000 individui.

Insorgenza e sviluppo

Le esostosi, generalmente, si sviluppano e aumentano di dimensione nei primi anni di vita e cessano di crescere dopo la pubertà. Quando si osserva una crescita delle esostosi in età adulta è probabile che si sia innescata una degenerazione maligna dell’esostosi. Tale evenienza è estremamente rara (< 1%): in questi casi l’esostosi, e in particolare il cappuccio cartilagineo, degenera trasformandosi in un condrosarcoma. Si osserva quindi aumento progressivo di volume e dolore.

Segni clinici e sintomatologia

Le lesioni, a lento accrescimento, hanno una consistenza dura e sono generalmente non dolenti. L’eventuale presenza di dolore è dovuta all’infiammazione della borsa mucosa che si forma sul cappuccio cartilagineo dell’esostosi.

Le esostosi possono provocare compressioni vascolari o nervose e causare deformità come, ad esempio, la curvatura dell’avambraccio con limitazione della prono-supinazione, la tibia valga, inclinazione dalla metafisi distale della tibia con accorciamento del perone relativo, problematiche all’articolazione del ginocchio.

In alcuni di questi casi potrebbe essere indicata, in relazione al grado di deformità e di limitazione funzionale, l’asportazione chirurgica della lesione. È tuttavia frequente che esostosi di piccole dimensioni, vengano occasionalmente scoperte durante esami radiografici eseguiti per altri motivi.

Aspetti genetici ed ereditarietà

In circa il 90% dei pazienti sono state osservate mutazioni germinali nei geni oncosoppressori EXT1 , EXT2 e EXT3. I geni EXT codificano per delle glicosiltransferasi, che catalizzano la polimerizzazione dell’eparan solfato.

La modalità di trasmissione delle mutazioni a carico di tali geni è autosomica dominante con rischio di ricorrenza del 50% nella prole.

Il gene EXT1, caratterizzato nel 1995 da Ahn et al., localizzato in 8q24.1, risulta associato all’esostosi multiple tipo 1patologia caratterizzata da localizzazione delle esostosi in vari segmenti ossei.  Può associarsi la bassa statura ed è stata riportata una maggiore espressione clinica nei soggetti di sesso maschile.

Il gene EXT2, caratterizzato nel 1995 da Hecht et al., e da Wuyts et al., localizzato in 11p11.2, risulta associato all’esostosi multiple tipo 2con manifestazioni cliniche sovrapponibili all’esostosi multipla tipo 1.

Nel 1994 Le Merrer et al., ipotizzarono la presenza di un altro gene responsabile di esostosi multiple localizzato nel cromosoma 19p e che successivamente venne definito come ETX3, associato ad esostosi multiple tipo 3. Tale condizione si riscontra molto più raramente.

In presenza di esostosi è quindi possibile eseguire un test genetico per una diagnosi corretta in epoca precoce in modo da monitorare le esostosi e, ove necessario, intervenire chirurgicamente evitando così alcune delle complicanze descritte.

Come trattare le esostosi multiple

Le esostosi multiple sono lesioni benigne e non influiscono sulle aspettative di vita. La presa in carico comprende la rimozione delle esostosi solo quando le stesse determino l’insorgenza di problematiche per il paziente. Il trattamento chirurgico è pertanto da eseguire in presenza di lesioni con compromissioni funzionali, per la correzione di deformità o quando vi sia il sospetto di una degenerazione maligna della lesione.

Negli ultimi anni, attraverso modelli animali, si stanno valutando delle possibili terapie farmacologiche per rallentare la comparsa delle esostosi e ridurre il rischio di degenerazione delle stesse. Per ulteriori approfondimenti puoi contattare i genetisti di Bgenetica alla mail [email protected].