Lavoro, le alternative all’avvocatura per i laureati in giurisprudenza

592

Molto spesso i laureati e le laureate in giurisprudenza vengono considerati quasi di default dei giovani avvocati subito dopo il conseguimento della tanto agognata pergamena. Il percorso di studi dura cinque anni ma è possibile aggiungere al proprio curriculum diverse specializzazioni che forniscono un bagaglio ancora più ampio al neolaureato. Ad esempio, le peculiarità di un master in Diritto Amministrativo permettono di aggiungere aspetti magari trattati in maniera superficiale durante il canonico corso di studi. Tuttavia, l’avvocatura non è l’unico sbocco disponibile, anche se, come detto, rimane il più scontato.

Una specializzazione del diritto fiscale e tributario, ad esempio, apre le porte della carriera notarile. Per diventare notai a tutti gli effetti è però necessario superare un concorso per l’abilitazione. Si parla di concorso anche per un ulteriore sbocco dopo la laurea in giurisprudenza, quello del magistrato. Una volta conseguita la laurea in legge, che sia nelle università tradizionali o negli atenei online come Unicusano, sono tre i possibili percorsi da intraprendere avendo questa destinazione finale. Il primo è la scuola di specializzazione, il secondo riguarda il dottorato di ricerca e il terzo possibile percorso è un praticantato presso l’Avvocatura dello Stato per 18 mesi. Seguirà un tirocinio per altri 18 mesi anche dopo il passaggio del concorso: dopo tale periodo, ciascuno sarà sottoposto ad una commissione per la valutazione conclusiva.

Un’altra carriera che può essere perseguita è quella del diplomatico, anche questo perseguibile solo dopo aver passato un concorso bandito dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Passa spesso in secondo piano l’opzione del Data Protection Officer dopo la laurea in giurisprudenza. È molto presente soprattutto nella contemporaneità perché ha la funzione centrale di garantire la tutela della privacy dei dati individuali, sia nelle aziende che per conto di finanza o sanità. È un lavoro che potrebbe essere molto richiesto nei prossimi anni perché la privacy e la sua tutela è spesso oggetto di ridiscussione a proposito dei social media.

Una laurea in giurisprudenza, inoltre, può aprire le porte dei concorsi per le forze dell’ordine: Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Un altro ambito interessante da intraprendere è quello del consulente del lavoro, figura spesso molto ricercata soprattutto dalle grandi aziende. Si tratta di una figura che ha il compito di gestire tutti gli aspetti legati ai contratti dei lavoratori in un’azienda. Questo include buste paga, cessazione dei rapporti di lavoro e soprattutto tiene i contatti diretti con l’INPS. La laurea in giurisprudenza è considerata il primo step, in seguito è necessario superare l’esame di stato per poter accedere all’Albo professionale dei Consulenti del Lavoro. È chiaro che un mestiere del genere richiede una formazione costante dal momento che il regolamento in merito al mercato del lavoro è sottoposto ad una continua variazione: ad esempio molti dei cambiamenti introdotti con il Jobs Acts sotto il governo Renzi hanno stravolto le regole precedentemente presenti.

Un ultimo sbocco interessante è senza dubbio l’insegnamento. Gli esami sostenuti nel corso di studi durante i cinque anni, infatti, permettono l’accesso alla classe di concorso A46. Questa permette l’insegnamento negli istituti scolastici di materie come diritto ed economica, ma anche diritto e pratica commerciale e altre discipline affini.