Nella nuova campagna di vaccinazione spazio al successo italiano

637
vaccino contro il Sars-CoV2

Il 3 febbraio i ministri uscenti Roberto Speranza e Francesco Boccia hanno incontrato insieme al commissario Domenico Arcuri i governatori delle Regioni, per allinearsi sul rilancio della campagna di vaccinazione. Nonostante i ritardi che si sono verificati nelle consegne previste per lo scorso mese, l’obiettivo della campagna rimane ora fissato a 14 milioni di dosi da somministrare tra febbraio e aprile.

Durante il meeting sono state definite le nuove linee del piano, anche in relazione ai tre vaccini attualmente disponibili. Nel dettaglio, i vaccini Pfizer Biontech e Moderna verranno somministrati agli individui di oltre 80 anni e ai più a rischio per condizioni pregresse, mentre il vaccino di Astrazeneca sarà somministrato agli under 55. In particolare, il vaccino Astrazeneca sarà indirizzato alle forze armate, al personale carcerario e ai detenuti e al personale scolastico.

Il vaccino Astrazeneca (AZD 1222) è stato l’ultimo a ricevere l’autorizzazione dall’Ema per la commercializzazione, definita “un risultato molto significativo per gli effetti sulle attività di contrasto della pandemia” dal Dott. Piero Di Lorenzo, presidente dell’IRBM e Amministratore Delegato del CNCCS.

L’IRBM con le sue controllate è stata molto impegnata nel processo di sviluppo del vaccino contro Sars-CoV-2, e Di Lorenzo ha ringraziato in un recente comunicato stampa gli scienziati dell’Università di Oxford e i ministri Speranza e Gualtieri per aver  sostenuto in modo significativo la partecipazione del Gruppo ad un progetto di portata globale.

L’Università di Oxford, in particolare lo Jenner Institute, aveva già lavorato in precedenza ad un vaccino contro la MERS (Sindrome respiratoria del Medio Oriente), un altro tipo di coronavirus. A fine gennaio 2020, dopo venti giorni dal primo sequenziamento genetico del Sars-CoV2, lo Jenner Institute ha coinvolto la divisione Advent dell’IRBM per la messa a punto e la produzione del nuovo vaccino da mandare in sperimentazione nei primi test clinici.

Ad oggi è stato sottoposto un nuovo studio sulla rivista scientifica The Lancet, che conferma l’efficacia del vaccino Astrazeneca al 76% già dopo la prima dose, e all’82% dopo la seconda dose. A questi si aggiunge un risultato molto importante che consiste nell’efficacia del 100% che il vaccino ha dimostrato nel bloccare i sintomi gravi. In altri termini, anche chi non rimane immunizzato, non avrà problemi che richiedano l’ospedalizzazione e tanto meno la terapia intensiva. Ciò potrebbe rivelarsi fondamentale per lo stop alla trasmissione e alla diffusione del virus.

Un successo anche italiano, come ricorda Di Lorenzo nel comunicato stampa, grazie al contributo della divisione vaccini Advent e del Consorzio CNCCS, che “hanno reso possibile rafforzare ulteriormente la reputazione del gruppo IRBM nella considerazione e apprezzamento del mondo scientifico internazionale.” Il CNCCS (Collezione nazionale di composti chimici), consorzio pubblico/privato costituito da CNR, ISS ed IRBM , di cui Piero Di Lorenzo è Amministratore Delegato, è stato fondato nel 2010 proprio con lo scopo di rispondere all’esigenza del trasferimento delle scoperte scientifiche verso lo sviluppo industriale. Nei laboratori di Pomezia, infatti, arricchiti da sofisticate apparecchiature per lo screening molecolare e la catalogazione di 360.000 composti chimici, si esprimono le importanti competenze e l’esperienza che rendono il CNCCS uno dei principali centri di eccellenza nella ricerca biomedica italiana e internazionale e che hanno permesso all’Italia di contribuire in modo decisivo allo sviluppo del nuovo vaccino contro il Sars-CoV2.